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Flaubert, Gustave Madame Bovary ISBN 13: 9782080706577

Madame Bovary - Brossura

 
9782080706577: Madame Bovary
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Book by Geoffrey Flaubert Gustave Wall

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Recensione:
Non la prima Madame, ma il «prima» del capolavoro di Flaubert

Sarà bene chiarire subito che non esiste nessuna «prima» Madame Bovary come annuncia, senza neppure le virgolette, questa edizione curata da Rosita Copioli. Esiste invece un «prima» della pubblicazione in volume del capolavoro, che è costato a Flaubert cinque anni di lavoro e si è concretato in quattromilacinquecento fogli manoscritti pieni di cancellature, ripensamenti, rielaborazioni, su cui, dopo che il romanzo ha preso corpo, l'autore è ripetutamente intervenuto con soppressioni, anche consistenti, articolazione in capitoli, ritocchi e correzione di refusi fino all'edizione «definitiva» del 1873 e anche oltre. Di questa tormentata storia interna del romanzo si sa ormai quasi tutto, grazie alla corrispondenza coeva di Flaubert e al meticoloso lavoro di catalogazione e datazione dei manoscritti (oggi accessibili nella trascrizione integrale che ne hanno fatto la biblioteca e l'università di Rouen). Ma le delizie della critica genetica sono riservate a quei pochi cultori che sanno leggere un romanzo nelle successive stratificazioni della sua scrittura e apprezzare, oltre che il risultato finale a cui lo scrittore è giunto, le molteplici tormentate fasi del lavoro che gli è costato.
Chi non possiede questa facoltà di lettura stereoscopica è costretto a considerare l'intrico labirintico di un manoscritto solo come l'inconfutabile prova della lunga pazienza dell'arte e, per apprezzarne l'efficacia, deve chiedere alla filologia qualche raffronto esemplificativo tra le diverse stesure di un brano. E' per venire incontro a questi lettori non specialisti ma non insensibili alla genesi dell'opera che due dei massimi esperti di manoscritti flaubertiani, Jean Pommier e Gabrielle Leleu, decisero nel 1949 di pubblicare non più la serie dei canovacci, degli abbozzi e delle diverse varianti dell'opera secondo la loro canonica classificazione, ma una stesura di Madame Bovary che ne desse unitariamente la più ampia e completa documentazione: una Bovary mai esistita in quella forma neppure nella mente del suo autore, la ricostruzione puramente congetturale di uno stadio dell'opera non riconducibile ad una fase della sua redazione, ma ottenuto per incorporazione massima di varianti. Le intenzioni dei due studiosi (che non si nascondevano l'arbitrarietà e i rischi della loro impresa) erano ottime e il risultato è così interessante da meritare ancor oggi, a quasi sessant'anni di distanza, una traduzione italiana. A lasciare perplessi non è dunque tanto la liceità di questo bricolage d'alta filologia, che ha il pregio di recuperare alla comune leggibilità le pagine, spesso bellissime, che Flaubert ha voluto sacrificare, quanto il criterio di massima inclusione che lo guida. Reincorporando nella versione definitiva il maggior numero possibile di elementi delle stesure precedenti (che nell'edizione francese erano comunque evidenziati in corsivo), si favorisce seppur involontariamente l'impressione - errata sempre, ma per Flaubert assolutamente fuorviante - che l'arte narrativa sia un processo di accumulo e che le soppressioni siano non un sacrificio necessario, ma una perdita o uno spreco. Chi ha studiato a fondo il processo creativo di Flaubert ha potuto verificare come in esso all'affastellamento di materiali faccia seguito una fase di sottrazione e snellimento e come sia quest'ultima a dare alle sue opere - e proprio a partire da Madame Bovary - il ritmo e l'equilibrio del capolavoro. A un prezzo altissimo, ché quelle che si eliminano non sono scorie, ma pepite e appare doloroso rinunciarvi. Lo è stato certamente per Flaubert, responsabile e insieme vittima di queste amputazioni, lo è molto di meno per i suoi lettori che sanno di dovergliene essere comunque grati. Resta inevitabilmente il rammarico, oggi reso ancor più pungente dalla finissima analisi che Rosita Copioli conduce su alcuni dei tagli più significativi che questa edizione magmatica del romanzo recupera. Una bella edizione, efficacemente curata e correttamente tradotta, a cui manca solo la necessaria avvertenza che Pommier e Leleu nella loro avevano esplicitato: la vera Madame Bovary è quella che Flaubert ha pubblicato; questo suo archetipo può servire solo come confronto, non come sostituzione.
Recensione di Tuttolibri, a cura di Giovanni Bogliolo

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  • EditoreFlammarion
  • Data di pubblicazione1986
  • ISBN 10 2080706578
  • ISBN 13 9782080706577
  • RilegaturaCopertina flessibile
  • Numero di pagine539
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Gustave Flaubert
Editore: GF Flammarion (1993)
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